L’invito non lasciava spazio a dubbi. Negli storici studi fotografici Circus, la cantantessa ci aspettava per presentare il nuovo disco. Preoccupati dal bluemonday? Ma no! Ansiosi, piuttosto, di ascoltare la voce dell’arttista catanese. E lei, salita in silenzio sulle tavole degli studi milanesi, maglietta rossa e giacchina nera con strasse, con la sua chitarra acustica ha deliziato l’udito di noi giornalisti (e da oggi quello di tutti i fruitori di musica liquida e non). Prima tutti i pezzi, poi le parole. Intelligenti. Come quando ci ha detto che, da Elettra in poi, ha preferito fare la mamma a tempo pieno “di un masculo” invece di dedicarsi allo showbiz e alla produzione. Non per mancanza di idee (lei non ha di questi problemi) ma piuttosto per ritagliarsi cinque anni da “persona comune”.
“Sono diventata una cronista verista. Ora non racconto più singole storie, cerco di metterle in un contesto storico”
Lo fa, ad esempio ne La signora del quinto piano (si parla del femminicidio) e in Ottobre (uno dei brani migliori del lavoro) dove si narra l’amore omosessuale degli anni cinquanta in una Sicilia ancora troppo bigotta (come tutta l’Italia) per poter solo lontanamente immaginare una coppia diversa. Si parla anche di mafia. Ancora.
“Nel disco troviamo la storia di Catania, della sua evoluzione nel corso degli anni, del…pescivendolo Orazio. Nel disco non ci sono vincitori, nenche vinti. Ci sono dei percorsi che porteranno comunque alla vittoria. Almeno mi pisce pensare possa essere così”
La ritroveremo venerdì pomeriggio nel firmacopie a La Feltrinelli di Roma (ieri era a Milano). E lì saranno i fan a cantare e a chiedere di più a Carmen Consoli.